Re Penelope


Re Penelope ha come ispirazione di partenza una manifestazione di dissenso politico: il 25 novembre 2019 a Santiago del Cile oltre un centinaio di donne è sceso in piazza in segno di protesta contro la violenza di genere, il femminicidio, lo stupro e, più in generale, contro la forte componente patriarcale presente ancora oggi all’interno della società. Guidato dal collettivo LASTESIS, questo atto di protesta si è trasformato in una vera e propria performance di denuncia che ha fatto il giro del mondo, facendo scendere in piazza migliaia di donne all’unanime grido di “El violador eres tú” – titolo del testo che viene cantato e ballato dalle manifestanti.

A dare ispirazione a questo atto collettivo di dissenso sono le tesi dell’intellettuale femminista Rita Segato, la quale sostiene che l’esercizio della violenza contro il corpo femminile non è da intendersi come un gesto brutale circoscritto ad uno specifico rapporto uomo/donna, ma come una violenza di genere scatenata non tanto da un momento di accecante e irrefrenabile libido, bensì da una più generica imposizione di un archetipo maschile da parte della società e della politica – tutte proiezioni di un capitalismo patriarcale di alta intensità. Il gesto violento ricolloca chi lo subisce nella dimensione del corpo, ed è proprio attraverso l’azione fisica che la protesta di riferimento risponde e reagisce, dando così al corpo un valore politico.

Segato afferma inoltre che il ruolo di chi subisce tali soprusi dovrebbe essere rovesciato: non più vittima ma eroina/eroe, chi denuncia non è, infatti, un soggetto passivo, ma “un soggetto attivo che sta scoprendo la sua propria capacità politica di modificare una struttura.”

Dalla riflessione sulla potenza sovversiva del corpo (singolo e collettivo) e del capovolgimento da vittima ad eroe/eroina parte lo studio di Re Penelope, un lavoro coreografico che, prendendo ispirazione dall’energia costante e perseverante dei moti collettivi di protesta sul tema, lavora sui principi della ripetizione e della resistenza.Partendo dal semplice movimento dello sbattere un piede per terra – come a tenere il ritmo di centinaia di piedi che si muovono all’unisono – aumentano via via l’intensità, l’intenzione e la foga del movimento. Una struttura che subisce una continua evoluzione senza abbandonare mai il principio fisico-ritmico di partenza, codice riconoscibile e reiterato. Come se non vi fosse stanchezza, le due interpreti in scena insistono nell’affrontare un viaggio corporeo estremamente attivo, divenendo simbolo di una lotta femminile collettiva in cui l’archetipo classico di Penelope viene chiamato in causa nel suo capovolgimento: da figura circoscritta all’oikos a voce rivoluzionaria della polis. La musica, suonata interamente live da Francesco Sacco e Luca Pasquino, avvicina il mondo del clubbing e della musica techno a ruoli e funzioni più rituali e antiche delle sonorità percussive, restituendo al pubblico una rielaborazione personale di entrambe. Musica e coreografia scrivono un percorso comune in cui improvvisazione e codificazione viaggiano di pari passo, in un processo di costante ascolto e comunicazione tra le parti.

Crediti
Di Samira Cogliandro
Con Giada Vailati e Samira Cogliandro
Musica di Francesco Sacco e Luca Pasquino

Guarda Re Penelope (teaser)